mercoledì 30 marzo 2011

Ma da noi è diverso

Gran cosa la libertà di parola.
Ne sanno qualcosa in quei Paesi dove la democrazia scarseggia: subito si cerca di impedire la libera circolazione del pensiero e della parola, che fa più paura delle armi.
Ma da noi è diverso.
Abbiamo la democrazia, e da parecchio. Sì, è vero, una volta non c'era, e infatti chi diceva quello che pensava rischiava grosso. Non parliamo poi della stampa: c'era la censura, e per stabilire se una cosa non doveva essere pubblicata non c'era mica bisogno di aspettare l'esito di un processo.
Oggi chi si sognerebbe di impedire a qualcuno di esprimere le proprie idee? Forse la Corte di Cassazione?
A leggere una recente sentenza, sembrerebbe di sì: un articolo apparso sulla Rete è stato sequestrato in via preventiva perché "potrebbe essere" diffamatorio e l'autore "potrebbe essere" responsabile di diffamazione.
Su una rivista di diritto, tutt'altro che estremista, si è titolato così: "La Cassazione reintroduce una misura cautelare esclusa con il passaggio dal fascismo alla libertà".
Ma da noi è diverso.

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