giovedì 31 marzo 2011

La visione di Glaucone

Partendo da una citazione della Repubblica di Platone, in un recente libro si legge: "Non è dunque il senso di giustizia a far prosperare la legge e la virtù ma il timore di essere visti. Agli uomini infatti piace apparire come giusti assai più che esserlo. La moralità e il rispetto delle leggi sono costruzioni sociali, e la loro efficacia deriva dal timore del biasimo e delle punizioni".
Mi è tornato in mente un (presunto) paradosso di un mio caro amico, il quale da tempo sostiene che, nonostante le apparenze, l'Italia sia il Paese che ha il più elevato senso di rispetto della legge: "Guarda all'Estero - mi dice sempre - Là i cittadini sono mediamente più ossequiosi delle leggi, ma solo per timore, perché sanno che altrimenti saranno puniti. Da noi, invece, la maggioranza delle persone rispetta le regole del tutto spontaneamente, nonostante sappia che resterebbe impunita".

mercoledì 30 marzo 2011

Ma da noi è diverso

Gran cosa la libertà di parola.
Ne sanno qualcosa in quei Paesi dove la democrazia scarseggia: subito si cerca di impedire la libera circolazione del pensiero e della parola, che fa più paura delle armi.
Ma da noi è diverso.
Abbiamo la democrazia, e da parecchio. Sì, è vero, una volta non c'era, e infatti chi diceva quello che pensava rischiava grosso. Non parliamo poi della stampa: c'era la censura, e per stabilire se una cosa non doveva essere pubblicata non c'era mica bisogno di aspettare l'esito di un processo.
Oggi chi si sognerebbe di impedire a qualcuno di esprimere le proprie idee? Forse la Corte di Cassazione?
A leggere una recente sentenza, sembrerebbe di sì: un articolo apparso sulla Rete è stato sequestrato in via preventiva perché "potrebbe essere" diffamatorio e l'autore "potrebbe essere" responsabile di diffamazione.
Su una rivista di diritto, tutt'altro che estremista, si è titolato così: "La Cassazione reintroduce una misura cautelare esclusa con il passaggio dal fascismo alla libertà".
Ma da noi è diverso.

lunedì 28 marzo 2011

E io che c'entro?

Una signora formosa si presenta in televisione, in un noto programma, e racconta la propria esperienza del terremoto, con dovizia di particolari. Poi illustra gli ottimi risultati della ricostruzione, ringrazia le Autorità e, infine, censura chi ancora non è tornato a casa, perché preferisce stare in albergo dove dorme e mangia gratis.
In realtà la signora non ha visto il terremoto perché abita altrove, ma ha accettato una somma di denaro per spacciare come proprie affermazioni che le sono state scritte dagli autori del programma televisivo. Nemmeno il marito che presenta in studio è vero.
Subito scoperta, si è mostrata sorpresa del clamore: "Io non c'entro nulla", avrebbe dichiarato alla stampa.
Ho un brivido: temo che quest'ultima affermazione sia sincera.

sabato 26 marzo 2011

Politically (s)correct

Quando ero piccolo, quelli che pulivano le strade li chiamavamo spazzini. Poi ci hanno spiegato che non stava bene, che loro erano Operatori Ecologici.
Poi, questa mattina, andando in macchina ne ho visto uno con la sua divisa verde, di un bel verde, e sopra la casacca gialla senza maniche, con stampato dietro: "spazzino di zona".
Mi sono perso qualcosa?