sabato 15 luglio 2006

L'irrimediabile forza del ritornello

Il processo al calcio
Da alcuni giorni assisto incredulo ad un fenomeno mediatico esemplare.
Lo scenario è il processo che la giustizia sportiva sta facendo ad alcune squadre di calcio: durante un'udienza, il difensore di una di queste (la Juventus) critica le richieste del Pubblico Ministero non solo nel merito (siamo innocenti) ma anche nel tipo di sanzione invocata (la pena è sbagliata anche fosse giusta l'accusa).
Interviene il Presidente del collegio giudicante, il quale chiede al difensore di chiarire la sua affermazione, spiegando quale sarebbe stata la pena proporzionata che il Pubblico Ministero avrebbe dovuto chiedere, secondo quel ragionamento, e il difensore risponde: la retrocessione in serie B con forte depenalizzazione, non la serie C.
Vista così, ha un senso, ma è un discorso prettamente tecnico: cosa se ne fa il mostro mediatico? Niente paura, ci pensano i suoi sacerdoti.
Da quel momento in avanti tutti a ripetere in coro: la Juventus chiede di essere condannata in serie B!
Arrivano le smentite, i chiarimenti, ma ormai il rito è stato celebrato e gli effetti sono indelebili: sul circo retroilluminato ancora compaiono autorevoli pensatori che ripetono il ritornello e così sarà per sempre.

martedì 11 luglio 2006

Patriottismo nel pallone


Terminata la finale, sono sceso in strada anch'io per assistere ai festeggiamenti. Mi è bastata la via sotto casa, trasformata in un carosello continuo e assordante di auto, moto e pedoni in delirio. Ma i più vivaci (e apparentemente felici) erano alcuni egiziani che, avvolti uno per uno nella bandiera italiana, cantavano e ballavano in mezzo all'incrocio, sentendosi pienamente partecipi del successo nazionale.
Forse dobbiamo cominciare a ripensare al concetto di patriottismo in una chiave più moderna.